Viaggio in Est Europa, 4-20/08/2012

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Sabato 4 agosto 2012

La partenza è alle 6 del mattino da Noventa Padovana.
Questo è il primo viaggio estivo per entrambe le nostre motine: Indian Summer, e la nuova ammiraglia Rising Sun.



Per fare prima entriamo in autostrada a Padova Est e ci restiamo fino alla barriera di Trieste. C'è traffico, come era prevedibile: è il primo sabato di agosto, tutti partono oggi per le vacanze! Per evitare il grosso della coda, anziché percorrere il passante di Mestre facciamo la tangenziale di Venezia, che è semi deserta. Una volta tornati in A4 il traffico è di nuovo intenso, ma in moto le code non ci disturbano più di tanto, arriviamo quindi senza difficoltà ad entrare in Slovenia attraverso Basovizza. Finalmente ci facciamo un po' di curvette, fino a Fiume. Sulla statale 8, quella che segue la costa croata da nord a sud, il traffico è davvero insopportabile. Arrivati a Senj decidiamo quindi, a malincuore, di entrare in autostrada. Usciamo a Maslenica, dopo una sosta per il pranzo in area di servizio. Sono ormai le 14 quando ci fermiamo in campeggio, a Posedarije.





Ci facciamo il primo bagno in mare... l'acqua è limpidissima, e in una giornata così calda davvero ristoratrice. Poi un po' di relax, una bella passeggiata in paese e una spaghettata nella cucina da campo.









Il campeggio è molto piccolo, e poco affollato. Siamo i primi italiani della stagione, ci dicono, ed è strano, perchè gli altri anni ne arrivavano moltissimi.
Accanto a noi sono accampati dei ragazzini tedeschi, e poco più in là degli olandesi... liceali alla prima vacanza che passano il tempo a bere birra e ascoltare musica con lo stereo a palla... beata gioventù!
Abbiamo percorso in tutto poco meno di 500 km, ma con queste temperature è stato molto stancante, per cui andiamo a dormire presto.

Domenica 5 agosto 2012

Ci svegliamo alle 8, dopo una bella dormita.
Smontiamo la tenda e alle 10 siamo pronti a partire. Stavolta non abbiamo fretta, per cui facciamo tutta statale e seguiamo la costa.







C'è meno traffico rispetto al sabato. Ci fermiamo a pranzo ad Orij, poco più a sud di Split, in un ottimo ristorante dove facciamo un'abbuffata di carne.





Riprendiamo poi la strada e seguiamo la costa. Poco dopo Podgora ci fermiamo, dopo 268 km, al camping Dole. Il camping è enorme: dentro ci sono bar, ristoranti, negozi... la reception sembra quella di un albergo. Altro bagno in mare, poi cena con un risottino ai carciofi. Dopo cena approfittiamo della connessione WiFi del campeggio per salutare un po' di amici, perfezionare il piano di viaggio per i prossimi giorni e "cazzeggiare" un po' su FaceBook.

Lunedì 6 agosto 2012

Decidiamo di andare a visitare Dubrovnik usando una sola moto. Partiamo quindi con la SV intorno alle 9.



Prima delle 11 entriamo in città, dopo aver seguito la costa e attraversato lo stretto sbocco sul mare della Bosnia. Dubrovnik sorge su un isolotto roccioso collegato alla terraferma da un ponte, ed è un'antica colonia della Serenissima: infatti nell'architettura ricorda un po' Venezia.







Buona parte dei bar e locali di Dubrovnik dispone del collegamento WI FI.



La città è molto bella, ci concediamo una lunga passeggiata per il centro e lungo il magnifico porticciolo.











Facciamo una prima sosta in un bar ed una seconda in un ristorantino, in una calletta del centro, per un ottimo pranzo. Stavolta il menu è a base di pesce: gamberi ai ferri e calamari.





Nel rientro ci fermiamo a visitare la piccola città murata di Ston, famosa per le sue saline. Ce l'avevano segnalata come posto caratteristico, in verità ci delude un po'.







Alle 17:30 siamo di nuovo al nostro camping, dove ci concediamo un altro tuffo in mare. Ceniamo con una spaghettata al tonno.



Tra andata e ritorno, abbiamo percorso 272 km.

Martedì 7 agosto 2012

Ci svegliamo presto, ma perdiamo un po' di tempo a smontare la tenda e impacchettare i bagagli. Lasciamo quindi Podgora intorno alle 9 e 30. A malincuore, attraversiamo sia Mostar che Sarajevo senza fermarci.





L'unica sosta che ci concediamo è per un abbondante pranzo, in un ristorantino rustico sperso per le montagne. Essendo periodo di ramadan, siamo gli unici clienti, quindi lo staff si dedica interamente a noi e ci "coccola" con una serie di pietanze deliziose: zuppa di verdure e pollo arrosto con patate fritte... niente a che vedere con i nostri polli da supermercato!





Il piano originario prevedeva di arrivare direttamente a Sofia, ma un po' per la ritardata partenza e un po' per il tempo perso nell'attraversamento delle frontiere con Bosnia e Serbia, quando usciamo da Kralievo è ormai già buio. Decidiamo quindi di fermarci in Serbia. Per andare sul sicuro, ci fermiamo a Pojate, nello stesso motel in cui siamo stati 3 anni fa. In totale abbiamo percorso 611 km, quasi tutti su strade molto piacevoli.

Mercoledì 8 agosto 2012

La mattina ci svegliamo senza fretta, beviamo un caffè e ci mettiamo subito in strada. Abbiamo infatti fretta di arrivare a casa di Niki, il nostro amico bulgaro, per passare più tempo possibile con gli amici. Facciamo quindi anche un piccolo pezzo in autostrada, da Pojate a Nis. La strada che sale verso la Bulgaria è molto bella, percorre un canale naturale nella roccia, curvosa, e anche ben tenuta per gli standard locali. Perdiamo un po' di tempo ad attraversare la frontiera, ma arriviamo comunque da Niki in tempo per pranzo, dopo 237 km.



Nel pomeriggio andiamo a fare la spesa al mercato, dove scegliamo carne e verdure.





La sera infatti a casa di Niki si fa festa: una gran grigliata in compagnia, con Stefi, la ragazza d Niki, e poi Niki "Keha" e la sua amica Stella.











Giovedì 9 agosto 2012

Ci alziamo senza fretta e andiamo in giro in auto con Niki, a sbrigare un po' di commissioni.
Prima però un caffè alla specialissima macchinetta on the road di Keha.



Oggi le moto resteranno chiuse in garage.
Attraversiamo il centro di Sofia...







Ma la nostra meta è fuori città. Niki ha un terreno in campagna dove tiene un orticello e degli alveari, che ci mostra con un certo orgoglio. Poi ci dedichiamo a cercare i materiali per costruire i telaietti per le borse laterali della sua SV, dato che nei prossimi giorni ne avrà bisogno. La sera il tempo è brutto, allora ce ne stiamo in casa, dove Niki ci prepara un'altra cena bulgara memorabile: zuppa di yogurt e cetrioli e bruschette di verdure e aglio.









Si va a letto presto, perché l'indomani la giornata è prevista molto intensa.

Venerdì 10 agosto 2012

La sveglia suona prestissimo, alle 5. Vogliamo infatti partire per le 6. Ovviamente non ci riusciamo, ma sgarriamo solo di 59 minuti: partiamo infatti quando manca un minuto alle 7 dopo aver salutato e ringraziato gli amici, e un caffè volante al distributore di casa Kehaiov. Da Plovdiv fino quasi al confine turco piove, a tratti anche abbondantemente. La frontiera con la Turchia è molto caotica, perdiamo circa un'oretta. Ci sono ben cinque controlli, tra passaporti e documenti delle moto (chi entra in Turchia con un veicolo proprio ha l'obbligo di dichiararlo e farlo registrare sul passaporto in entrata e in uscita, probabilmente per scongiurare tentativi di importazioni illegali). Arriviamo quindi ad Istanbul quando sono quasi le 15, dopo 588 km. Come da accordi presi, arriviamo nel quartiere in cui si trova l'Istanbul Bisiklet Motosiklet Ihtisas Klübü e li chiamiamo al telefono comunicando la nostra posizione. Non passano nemmeno 5 minuti, e Adil ci viene a prendere con il suo scooter. Facciamo quindi la conoscenza sua e di Mehmet, le due colonne portanti del moto club. Si mostrano molto gentili e disponibili, ci offrono acqua fresca e caffè, e restiamo a lungo a conversare con loro. Come alloggio, ci danno in uso un intero appartamento, con due camere da letto e due bagni, a meno di 20 € a testa per notte. Non potevamo chiedere di meglio. Siccome è ancora pomeriggio decidiamo di prendere il tram e andiamo subito a visitare il quartiere di Sultanahmet e la moschea blu.
Il tram è un mezzo comodissimo per spostarsi in questa città, che è una delle più grandi e trafficate del mondo intero. Poi nei trenta minuti scarsi che separano la nostra fermata (Mitat Pasha) da piazza Sultanahmet si compie un viaggio incredibile attraverso i tempi e le culture. Il quartiere dove alloggiamo, infatti, è piuttosto modesto e tradizionalista, dove tutti son timorati di Allah e le donne girano col "fazzoletto" in testa. Dopo aver varcato le mitiche mura di Bisanzio da qui si passa di quartiere in quartiere, gli edifici sono via via più moderni, e le vetrine più sfarzose. E poi si scende nel cuore dell'antica città: piazza Sultanahmet, da un lato la Moschea Blu, coi suoi sei minareti, dall'altro l'Hagia Sofia (ovvero il tempio della Divina Sapienza)... in mezzo magnifiche fontane, giardini, bancarelle affollate e coloratissime, che vendono un po' di tutto.











I giardini sono affollatissimi di gente che sembra in attesa... attendono la fine della preghiera serale, e il momento in cui col tramonto termina l'obbligo del digiuno diurno del Ramadan. E la sera per le strade e le piazze è festa grande.







Siamo particolarmente fortunati, perché arriviamo nel cortile della Moschea Blu proprio nel momento in cui si conclude la celebrazione religiosa del venerdì, e possiamo liberamente entrare a visitarla. All'entrata le pie donne distribuiscono sacchetti di nylon in cui mettere le scarpe, e grandi fazzoletti azzurri coi quali coprirsi capo e spalle, per le visitatrici.
All'entrata una donna italiana è un po' perplessa: ma davvero è questa la Moschea Blu? Eppure non è blu... le spieghiamo con pazienza che il blu è all'interno: un trionfo di piastrelle di ceramica finemente decorate della città di Iznik.













La Turchia è un paese musulmano, ma piuttosto aperto e tollerante verso le altre culture. Se nei quartieri più tradizionalisti le donne vanno in giro tutte col "fazzoletto" in testa e le braccia coperte (in centro, comunque, praticamente nessuna donna veste così) nessuno ti guarda male se ti vesti diversamente.
Ed anche l'obbligo del "fazzoletto" non viene interpretato da tutte allo stesso modo: quelle più seriose e devote lo portano severamente annodato sulla gola, e di solito di colore sobrio... mentre altre appaiono più disinvolte, portano foulard a colori vivaci, decorati con frange o perline, e annodati in modo più fantasioso e sbarazzino.
La sera piazza Sultanahmet è un trionfo di luci colorate e persone in festa...



Ci fermiamo in uno dei tanti locali aperti a mangiare un buon kebab con verdure.





Nei giorni seguenti, andremo a mangiare in zone della città un po' meno turistiche.

Sabato 11 agosto 2012

Sabato mattina ci svegliamo di buonora, visto che c'è davanti a noi una città immensa tutta da scoprire. Istanbul è una città che ha ritmi molto mediterranei: alle nove del mattino le strade sono pressoché deserte, e il tram quasi vuoto. Scendiamo in centro e puntiamo verso la nostra prima meta: il palazzo imperiale del Topkapi. Entriamo da una porta secondaria, e attraversiamo un parco che ci sembra enorme, e poi finalmente arriviamo all'ingresso vero e proprio, dall'antica porta imperiale.









Il palazzo in realtà non è un "palazzo" in senso stretto, ma è costituito da una serie di padiglioni che si susseguono in mezzo a magnifici viali alberati e fioriti. Ci troviamo il padiglione dei visir, l'harem, quello del tesoro, altri dove sono esposti gli abiti, le armi, i manoscritti...



















Il padiglione più affollato è quello del Tesoro, davanti al quale si presenta una coda infinita, che rimane costante per tutta la giornata. A malincuore rinunciamo, e ci dedichiamo invece alla visita dell'Harem, per la quale si paga un biglietto supplementare. L'Harem si presenta come un vero e proprio "palazzo nel palazzo", un vasto dedalo di corridoi, stanze e cortili; era il luogo in cui risiedeva il sultano e il suo seguito più stretto, assieme a mogli, concubine e figli, ed era sorvegliato da un corpo di schiavi eunuchi africani.
Ecco più o meno come si presentava un eunuco nero:























La torre di Galata vista da un bastione













Tra le numerosissime donne dell'harem il posto d'onore spettava alla Validè, ossia la madre del sultano regnante. Le sultane madri avevano spesso grandissima influenza sulla politica dei loro figli.



Usciti da Topkapi (la cui visita ci ha portato via una buona mezza giornata) ci dedichiamo all'Hagia Sofia, ovvero il Tempio delle Divina Sapienza. Questa era stata la chiesa più grande e magnifica di Costantinopoli al tempo dell'Impero romano d'Oriente, e una delle più importanti del mondo intero. Dopo la conquista i nuovi sovrani musulmani la fecero trasformare in moschea: costruirono due minareti ancora visibili, e delle splendide fontane, e coprirono con uno strato di intonaco i mosaici che ne adornavano l'interno.
Dopo secoli di abbandono oggi l'Hagia Sofia è stata interamente restaurata, e per volere del governo Ataturk oggi non è più né chiesa né moschea: appartiene al popolo turco, e alla cultura dell'umanità intera, e i mosaici raffiguranti il Cristo o la Vergine fanno bella mostra di sé accanto ai cartigli inneggianti al messaggio del Profeta.
Avvicinandosi a questa costruzione magnifica non ci si rende inizialmente conto di quanto sia immensa e maestosa. Solo varcando la soglia ci appare nella sua interezza, lasciandoci a dir poco sbalorditi.





















All'uscita dalla basilica c'è un uomo che si rivolge a noi in italiano e ci porge un volantino. Si tratta di un emissario della Compagnia che organizza le crociere in battello sul Bosforo, e ci chiede se ci piacerebbe partecipare. Alle cinque infatti ci si ritrova nello stesso luogo per la partenza. Il costo non è eccessivo: 15 euro a testa, e la cosa ci attira moltissimo. Così alle cinque ci troviamo sul luogo dell'appuntamento, la guida ci raduna assieme agli altri e ci porta all'imbarcadero di fronte alla Moschea Nuova.





Siamo in molti a bordo, la guida ci parla in quattro lingue diverse: inglese, francese, spagnolo, e italiano (le capiamo più o meno tutte e quattro). La crociera dura circa tre ore: si salpa, poi si attraversa il Corno d'Oro, si costeggia la sponda europea per un po' e poi si punta su quella asiatica.







PPalazzo Dolmabahce









L'accademia militare, dove fece gli studi il padre della patria Ataturkbr>






Sulla sponda asiatica facciamo una breve sosta, di una ventina di minuti: ne approfittiamo per una breve passeggiata e una visita a una piccola moschea.













La torre di Leandro



Siamo già all'imbrunire quando il battello riattraversa lo stretto e ci riporta nel luogo da cui eravamo partiti.



La crociera sul Bosforo è un'esperienza molto emozionante: la città vista dal mare acquista una dimensione tutta particolare, il passaggio in così breve tempo tra un continente e l'altro poi davvero non ha prezzo.
Una volta rimesso piede a terra proseguiamo la nostra esplorazione della metropoli andando a scoprire il quartiere moderno e modaiolo di Taksim. Qui vengono i giovani turchi quando vogliono fare shopping nei negozi più rinomati, o quando vogliono ritrovarsi la sera nei locali più trendy.





Scopriamo così che ci sono anche i bikers e pure i pub dove si ascolta la musica arrabbiata.





È ormai notte quando il tram ci riporta al nostro alloggio, ma troviamo la sede del moto club è gremita di gente... Mehmet e Adil ci spiegano che è in corso una manifestazione per promuovere l'uso della bicicletta in città, e infatti di lì a poco arriva un colorato manipolo di ciclisti, e si fa una piccola festa in loro onore.







L'ora è veramente tarda, almeno per noi, mentre ci sono dei ragazzi per cui la serata è appena iniziata e si preparano ad andare a Taksim, da dove siamo appena tornati, per tirare fino a mattina tra un localino e l'altro. Ci invitano ad unirci a loro, ma noi li salutiamo e preferiamo andarcene a dormire, anche perché la giornata è stata davvero molto intensa.

Domenica 12 agosto 2012

Domenica mattina ci svegliamo per un'altra giornata nella grande metropoli.



L'Università



Moschea di Bayazit



Stavolta ci dedicheremo ai bazaar, e a fare anche un po' di shopping. Scopriamo che la domenica il Gran Bazaar è chiuso, però ci sono tante botteghe che sono aperte, e i bottegai sono davvero ansiosi di fare affari con noi.



Qui il rito della contrattazione è d'obbligo, e accettare subito il prezzo proposto sarebbe un grosso errore, oltre che un affronto alla tradizione locale. Di solito funziona così: il venditore propone un prezzo, il compratore rilancia con uno molto più basso, e poi di solito ci si accorda su uno intermedio. A quel punto di solito si dovrebbe con la cerimonia del tè, ma non nel nostro caso, perché siamo in periodo di Ramadan. I turchi sono un popolo di mercanti nell'anima, però fondamentalmente sono onesti, e non si approfittano dell'ingenuità dei turisti.
Al termine della trattativa io mi porto a casa delle bellissime sciarpe in raso tutte colorate.
Usciti dalla zona del Gran Bazaar ci dedichiamo a visitare due moschee che ieri avevamo ammirato da lontano: la moschea di Solimano (che è anche la più grande e importante della città) e la moschea Nuova.

















Per il nostro pranzo stavolta scegliamo un localino sul ponte Galata dove servono piatti a base di pesce fritto: non è male, e i prezzi sono molto più popolari che a Sultanahmet. Il tempo non è bellissimo, anzi, assistiamo ad un violento acquazzone mentre mangiamo al coperto.
Di fronte al ponte Galata ci sono banchetti che vendono caldarroste e pannocchie abbrustolite...





Ma c'è ancora il Bazaar delle Spezie da visitare. Questo luogo è detto anche Bazaar egizio, o Bazaar coperto, è un dedalo intricato, coloratissimo, e profumatissimo (l'odore delle spezie si sente in lontananza), e non si vendono solo spezie ma un po' di tutto: ceramiche, tessuti, tappeti, lanterne...























Anche qui facciamo un po' di acquisti: pepe, caffè turco e lokum (il tipico dolciume gelatinoso della Turchia).
E poi via sul tram, perché il tempo si mette nuovamente al brutto: nel tragitto verso casa assistiamo a un nubifragio ancora più violento del precedente, con l'acqua che scorre per le vie come un ruscello... e per fortuna quando arriviamo alla nostra fermata ha appena spesso di piovere, e ce ne torniamo all'appartamento praticamente asciutti.
Sono le tre del pomeriggio, ma abbiamo un bel po' di cose da fare: preparare i bagagli, mettere benzina alle moto, e bere un buon tè in compagnia dei nostri amici del Motoclub (che sono sì musulmani ma non così osservanti da non offrirci da bere a metà pomeriggio).





Lunedì 13 agosto 2012

Il sempre disponibile Adil si sveglia di buon ora per aprirci le porte del club e permetterci di tirare fuori le moto. Intorno alle 6 e mezza ci mettiamo in strada. Giornata di trasferimento, quindi facciamo parecchia autostrada per fare prima. Arriviamo in Serbia poco prima delle 18 e ci accampiamo in un bell'agriturismo vicino a Dimitrovgrad, dopo 670 km. Posto bello, vicino alla statale ma in mezzo alla natura, con tanti animali. Prezzo di 10 € a testa, compreso l'allaccio alla corrente.



Ci sono amici pennuti a farci compagnia





Ed anche amici cornuti



E pelosi

Martedì 14 agosto 2012

Ci alziamo senza fretta, facciamo colazione con dei biscotti al cioccolato acquistati in Turchia e ci mettiamo in strada, direzione Baranja. Evitiamo le autostrade, la statale fino a Nis è molto bella e fresca, in un canalone in mezzo ai monti. Da Nis a Krusevac facciamo una piccola stradina in mezzo ai monti. Da lì in poi però prendiamo una statale orribile, che passa da Kralievo e sale fino a Belgrado, trafficata e piena di camion, con temperature alte e condizioni pessime dell'asfalto. Poco prima di Belgrado siamo troppo stanchi per proseguire e ci fermiamo in un motel, dopo aver percorso solo 381 km. Il posto è comunque carino, per soli 10 € a testa prendiamo una stanza con tanto di aria condizionata e bagno con idromassaggio.



Andiamo a cena in un bel ristorante tipico, pochi passi a piedi dal motel, dove ci concediamo un'ottima zuppa e della carne.

Mercoledì 15 agosto 2012

Non dovendo smontare la tenda, riusciamo a partire abbastanza presto. La frontiera con la Croazia non è lontana. Arriviamo intorno a mezzogiorno a Jagodnjak, il paese in cui vive l'amico Nikola.



Dopo un ottimo pranzo, a base di peperoni ripieni, prendiamo le moto e andiamo a visitare la Baranja, assieme a Nikola e ai suoi due amici Micho e Kuki, anche loro motociclisti.



Per ricambiare Nikola dell'ospitalità decidiamo di fargli fare un giro con entrambe le nostre moto, visto che è patentato ma ancora non ne possiede una.





Così può provare prima la SV, e poi la Banditona bianca, entrambe con molta soddisfazione. Nikola e i suoi amici ci accompagnano in giro per la Baranija.









C'è un piccolo parco naturale da visitare, e all'interno il palazzo di Tito (l'ex capo di Stato ne aveva più o meno uno in ciascuna regione).









Il palazzo si presenta un po' dismesso, ma intorno ci sono un bel parco ed un laghetto con imbarcadero.









La sera, prima di rientrare a casa di Nikola per cena, visitiamo la città di Osijek.







Molto graziosa. C'è una particolarissima cattedrale di mattoni rossi, una bella piazza ornata di statue e fontane, e poi una camminata sul lungofiume tutto illuminato...



E c'è una gelateria dove fanno magnifiche banane split.



Dopo la gelateria, a casa, ci aspetta la cena: carne alla griglia con patate. In tutto, tra il tragitto Belgrado - Jagodnjak ed il giretto in Baranja, percorriamo 332 km.

Giovedì 16 agosto 2012

Dopo una bella dormita e una piacevole chiacchierata con Nikola, lasciamo Jagodnjak in tarda mattinata.







Sempre via statale, facciamo una bella strada fino a Senj, dove arriviamo intorno alle 19 dopo aver percorso 480 km. Giornata di puro trasferimento, ma su strade molto piacevoli sia dal punto di vista della guida che paesaggistico. Troviamo un bel campeggio, nella stessa zona dove ci eravamo fermati tre anni fa. È molto affollato, ma troviamo una piazzola libera dove possiamo accamparci. Sarà l'ultima nostra dimora prima di rientrare. Tira un vento molto forte, la spiaggia comunque sembra molto bella, e con tante calette rocciose che invitano a tuffarsi.







Prepariamo una pasta con gli squisiti peperoni piccanti raccolti la mattina nell'orto di Nikola.

Venerdì 17 agosto 2012

Restiamo sempre nel campeggio, a fare vita da spiaggia, visto che abbiamo fatto tanti chilometri nei giorni scorsi, e abbiamo voglia di riposarci un po'.









Ci concediamo solo un breve giretto in moto fino al centro di Senj, dove approfittiamo per fare un po' di spesa.







La sera sfruttiamo nuovamente la cucina da campo...



Sabato 18 agosto 2012

Dopo un bagno in mare di prima mattina, prendiamo le moto e ci dirigiamo verso l'isola di Krk. La statale è già piuttosto trafficata dai vacanzieri in rientro verso Italia, Austria e Germania. Arriviamo nella cittadina di Krk all'ora di pranzo, ci concediamo quindi una bella mangiata di pesce in uno dei ristorantini del centro.





Nel pomeriggio ci spostiamo sulla costa ovest dell'isola, quella affacciata verso l'isola di Chers, e ci facciamo una bella nuotata.



Il ponte di Krk

Rientriamo in campeggio sotto sera e accettiamo l'invito a cena dei vicini di piazzola, Luca e Francesca, una simpatica coppia di Torino, entrambi motociclisti ma in questa occasione in camper.



Nella giornata abbiamo percorso 182 km.

Domenica 19 agosto 2012

Sveglia senza fretta, intorno alle 8. Dopo colazione ci facciamo una bella nuotata. Trascorriamo l'ultimo giorno di ferie interamente al campeggio, dedicandoci solo al mare, ai bagni e al relax. La sera iniziamo a preparare i bagagli, e poi ci concediamo una serata in paese a Senj, con una bella cena a base di pesce grigliato in un ristorantino.

Lunedì 20 agosto 2012

Ci alziamo abbastanza presto, smontiamo la tenda, finiamo di caricare le moto e partiamo quando sono da poco passate le 9 Fortunatamente non troviamo molta coda in frontiera. Facciamo tutta statale fino al confine italiano, dopodiché entriamo in autostrada fino a Venezia. Arriviamo a casa intorno alle 14, dopo aver percorso 335 km.
In totale, nel viaggio, abbiamo fatto circa 4695 km.


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