21° Altes Elefanten Treffen, Febbraio 2010

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Venerdì pomeriggio esco presto dal lavoro, intorno alle 14. Il programma prevede di partire assieme all’amico Enrico intorno alla mezzanotte. Guardando le previsioni per la nottata, tuttavia, mi spavento un po': tutti i siti meteo concordano nel prevedere nevicate sul Brennero a partire dalla serata di Venerdì e per tutta la mattinata di Sabato. Dopo aver mangiato qualcosa a casa assieme a Lilly, intorno alle 15 e 30 decido che sia più saggio partire subito. Avverto Enrico, mi vesto e parto.





In quel momento piove, continuerà a farlo fino al confine tedesco. Difatti non trovo neve sul Brennero, dove passo senza alcuna difficoltà, sotto una pioggia battente e costante che mi accompagnerà anche per tutto il territorio austriaco. Poco dopo essere entrato in Germania, la pioggia diventa però neve. Dopo alcune decine di km, quando sono già sulla circonvallazione di Monaco, la neve inizia a far presa sull'asfalto. Rallento molto, ma non basta: di lì a poco la nevicata diventa una bufera, per cui oltre alla difficoltà di tenuta sulla strada, ho il problema della scarsissima visibilità. Entro in un'area di servizio e mi fermo a mangiare.
Il gestore mi informa che le previsioni dicono che non smetterà per tutta la notte, mi indica quindi un motel situato nella stessa area di sosta, circa duecento metri più avanti. Quando ci arrivo, mi viene detto alla reception che le stanze sono già tutte prenotate. Non mi perdo d’animo, parcheggio per bene la moto e mi metto a dormire all’esterno, su un marciapiede, riparato da un cornicione. Trascorsi pochi minuti, quando già ho preso sonno, mi sento scuotere e parlare ad alta voce in tedesco. Visto che ho ancora il casco in testa, per ripararmi dal freddo, le voci arrivano molto confuse… ci metto un po’ a realizzare dove mi trovo e cosa stia succedendo. Scopro che i due energumeni che sono venuti a svegliarmi non sono altro che i cuochi del ristorante situato nell’area di sosta, avvertiti da un passante della mia presenza e venuti a sincerarsi che io non stia male. Quando gli spiego che sto semplicemente dormendo, visto che non ci sono stanze libere nel motel e che con quel tempo non mi va né di rimettermi in strada in moto né di piantare una tenda, mi invitano ad entrare e passare la notte sui tavoli del ristorante self service, che di lì a pochi minuti avrebbe chiuso. Accetto volentieri l’invito, approfitto anche di un calorifero per fare asciugare guanti e stivali. Appena il tempo di dare la buonanotte telefonicamente a Lilly e di coricarmi su una panchina, che di nuovo mi vengono ad importunare: questa volta è la receptionist del motel, che mi dice che uno degli ospiti che aveva prenotato non è potuto arrivare a causa della neve, pertanto ha una stanza libera per me. Ci accordiamo sul prezzo e mi trasferisco, finalmente, nel mio alloggio definitivo.
Qui posso approfittare, oltre che di una doccia calda e di un comodo letto, anche di un grande calorifero, di un asciuga biancheria elettrico e di un phon per asciugare i miei bagagli.








Sabato mattina mi sveglio intorno alle 5 e mezza. Esito per qualche secondo prima di aprire la finestra, per paura di quello che potrei vedere fuori. Invece tutto bene: non nevica più e sull’autostrada vedo già i fari di auto e camion sfrecciare! Mando un messaggio ad Enrico e uno a Lilly per dare la bella notizia… via libera, si va a caccia di elefanti!!
All’altezza di Wurzburg riprende a nevicare, ma non abbastanza per attaccare sull’asfalto. Arrivo al Nürburgring intorno alle 13 e 30. C’è tanta neve, ma le strade sono pulite, anche quella all’interno del camping!






Mi iscrivo e parcheggio la moto all’interno





Mi metto subito al lavoro… pianto la mia tenda arancione, compro la legna e inizio a fare il fuoco



Come dicevano i nostri nonni, la legna scalda due volte: quando la tagli e quando la bruci…





Faccio subito la conoscenza di Roberto, simpatico motociclista siciliano emigrato da anni in Germania. Con la sua BMW R 1200 GS, Roberto è al suo primo motoraduno in assoluto. Di certo non si può dire che non abbia iniziato in bellezza, con un Elefanten Treffen!!
Una volta preparato il campo e acceso il fuoco, partiamo assieme per fare un giretto all’interno del raduno. Compriamo i gadgets di rito, beviamo qualcosa al bar, scambiamo qualche parola con gli altri radunisti… ma soprattutto ci divertiamo a vedere le solite bizzarrie da Elefanten:

c’è chi risolve brillantemente i problemi di parcheggio...



...chi si dedica al tuning estetico...



...e chi va troppo al cinema!





Un doveroso omaggio alla moto simbolo di questo raduno, il sidecar Zundapp da cui l'evento prende il nome!





Di neve ce n’è parecchia, abbastanza per realizzare dei mattoni di ghiaccio:







Nella parte più interna del camping le strade non sono state pulite dalla neve:







All’imbrunire, assieme a Roberto ritorno al campo base, dove aumentiamo il fuoco per fare le braci per cucinare. Uniamo i nostri sforzi per mettere insieme una buona cena: Roberto ha portato delle zuppe in barattolo che scaldiamo a bagno maria, io ho con me della polenta e degli hamburger. Il fuoco ci scalda gli animi e i corpi, passiamo la serata allegramente mangiando, chiacchierando e ammirando gli spettacoli della motofiaccolata e dei fuochi d’artificio.
Prendiamo in prestito delle comode sedie in plastica.
I miei compagni di avventura sono Roberto:



E i fidati topini, Gastone e Remigio:



Quando cominciamo ad essere stanchi, prima di prepararmi per andare a dormire, gioco il mio asso nella manica: per la prima volta, al mio quinto Elefanten Treffen, rubando l’idea all’amico Giuliano ho portato una stufetta a gas!



La accendo alla massima potenza. Ed in effetti funziona a meraviglia: dopo poco più di mezz’ora vado a dormire, ed entrando in tenda trovo una temperatura gradevolissima. Dopo essermi cambiato spengo la stufa e mi addormento.
La sveglia suona alle 6 in punto. La temperatura è abbastanza bassa, ma il sacco a pelo tiene bene. Il problema è un altro: sento dal rumore sopra alla tenda che sta nevicando pesantemente. Esco dal sacco a pelo, mi sporgo nella veranda e guardo fuori attraverso la finestrella: deve essere nevicato per parecchie ore, un candido manto di diversi centimetri di neve fresca ricopre ogni cosa. Decido che non sia il caso di uscire, almeno per il momento. Riaccendo la stufa, metto la sveglia per le 7 e mi corico di nuovo, un po’ preoccupato, ma conscio che sarebbe inutile uscire al buio e sotto la nevicata in corso per fare i bagagli.
Quando la sveglia suona di nuovo, esco per una perlustrazione. Non sta più nevicando, ma la strada è abbastanza coperta.




Così come la moto, del resto!





Dopo aver preparato tutti i bagagli, aiutato da Roberto porto la moto fuori dal campeggio. Sul tratto in salita intervengono anche altri volontari ad aiutarmi ad avere trazione e a restare in piedi. Una volta fuori, ho un’amara sorpresa: lo spazzaneve non è passato nemmeno sulla strada esterna.
>Ci troviamo in parecchi, lì fuori, a guardarci in faccia e a guardare la strada. In ogni Elefanten, per qualche secondo, in questi momenti sopraggiunge la fase in cui ognuno chiede a sé stesso “Ma chi me l’ha fatto fare?”. Per fortuna di solito passa alla svelta… ed anche stavolta non dura più di 30 secondi!
Chi ha il sidecar se ne va, pattinando e slittando, ma con relativa sicurezza data dalla garanzia di non poter cadere.
Chi, come me, è in moto, resta indeciso sul da farsi. Ogni tanto qualcuno parte, tutti salutati da un intreccio di auguri e saluti in tante lingue diverse.
Capisco che non ha senso aspettare oltre. Lo spazzaneve, a detta degli organizzatori, non è atteso per le prossime ore, su queste stradine. Aspettare ancora non porterebbe alcun vantaggio, quindi. Oltretutto sta ricominciando a nevicare.
Decido che sia giunto il momento (metaforicamente parlando, data anche la temperatura) di tirar fuori le palle!




Con una telefonata avverto Lilly che sto per partire. Saluto Roberto, mi infilo il casco e mi porto davanti al cancello. Ora è il mio turno di prendere i saluti… "Buon rientro!", "Good luck!", "Bonne route!", "Auf wiedersehen"...
Rispondo un po’ a casaccio ai più vicini e mi preparo a partire, ormai sono quasi le 10. Dal cancello la strada prosegue in discesa, abbastanza ripida. Sarà la neve intorno, o forse l’idea di partire da solo da un cancello con tanta gente attorno che mi augura buona fortuna e mi incita… sta di fatto che mi sento come quando mi trovavo al cancelletto di partenza per una gara di sci. E, ora come allora, parto, con un sentimento misto di tensione per la difficoltà, aggressività e felicità data dal fatto che sto facendo una cosa che mi diverte un sacco!
Naturalmente, nello sci come sulla moto, nessuno di questi sentimenti deve prevalere sulla indispensabile concentrazione. La differenza principale sta nel fatto che, mentre in ogni gara di sci cercavo la massima velocità possibile prestando attenzione al tracciato ed alla sequenza delle porte, qui mi ritrovo a cercare di scendere in discesa riducendo al minimo la velocità ed i cambiamenti di direzione, attento a togliere trazione alla minima avvisaglia di perdita di aderenza del posteriore.
Sembra una gara ad eliminazione. Lungo il percorso infatti incontro gruppi di motociclisti e sidecaristi fermi, gente partita prima di me, intenta a soccorrere persone in difficoltà o a cercare di far ripartire e rimettere in sesto moto cadute. Nessuno è da solo, ognuno ha già qualcuno venuto in suo soccorso, quindi non mi fermo mai. Mi limito ad urlare “Good luck guys!” Mentre li sorpasso. Dallo specchietto vedo un vespista che si avvicina sempre più a me. Mi stupisce vedere come si muove agile nella neve. Difatti, ad un incrocio, subito dopo aver svoltato a sinistra e preso la strada in salita, sento un rumoraccio alle mie spalle. Guardo lo specchietto e vedo la Vespa in terra. Per fortuna vedo dallo specchietto che si rialza subito e riparte, stavolta andando molto più piano.
Arrivo finalmente all’ingresso dell’autostrada. Già la rampa è stata pulita. Da lì in poi il viaggio prosegue senza imprevisti. Riesco a passare il Brennero prima dell’imbrunire, per arrivare a casa alle 19 e 30.
Anche questa avventura è finita... mettendo la moto in garage, penso con dispiacere che mancano ancora undici mesi al prossimo Elefanten!

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